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Il Cottolengo, leader chirurgia del seno

23 Settembre 2018 - La Voce e il Tempo - Il Cottolengo, leader chirurgia del seno

Al Cottolengo adotta tecniche anestesiologiche specifiche per gli interventi chirurgici senologici per cercare di ridurre o abolire del dolore post-operatorio.

"Anestesia loco-regionale nella chirurgia del seno: al Cottolengo, una opzione in più per un risveglio senza dolore"

 

La Breast Unit del Cottolengo è una struttura operativa di chirurgia del seno inserita nella rete oncologica del Piemonte e Valle d’Aosta quale centro di riferimento per i tumori della mammella; la struttura opera, infatti, secondo gli standard clinico-assistenziali della rete stessa.
Le tecniche anestesiologiche per gli interventi chirurgici senologici comprendono l’anestesia loco-regionale in associazione o in alternativa all’anestesia generale, in una strategia generale di riduzione o abolizione del dolore post-operatorio con contestuale riduzione dell’impiego di oppiacei.

Perché l’analgesia dopo l’intervento è così importante?

Scopo ultimo dell’anestesia e dell’analgesia è quello di rendere l’esperienza dell’intervento chirurgico la più tollerabile e confortevole possibile. La chirurgia del seno determina l’insorgenza di un dolore acuto postoperatorio medio-alto che, se non adeguatamente trattato, può comportare una serie di esperienze negative come l’evoluzione del dolore verso una forma cronica anche per parecchi mesi oppure il protrarsi dell’infiammazione locale, con ripercussione sulla guarigione della ferita chirurgica.Il blocco periferico, in associazione a blandi analgesici per via endovenosa per gli interventi minori o a modesti dosaggi di oppiacei per gli interventi maggiori, offre un’analgesia migliore proprio nelle ore più critiche, le prime del postoperatorio, in cui il dolore è più intenso. Per questo motivo la letteratura internazionale sottolinea l’importanza di adottare tecniche di anestesia/analgesia loco-regionale.

In cosa consiste esattamente questa anestesia loco-regionale?
L’anestesia loco-regionale, ossia il blocco di nervi periferici della parete toracica tramite infiltrazione con anestetico locale consiste nell’iniezione effettuata sotto guida ecografica di un anestetico locale tra i muscoli superficiali del torace. Tra questi muscoli decorrono i nervi della regione mammaria e le loro principali ramificazioni. Il blocco può essere eseguito da un lato solo o da entrambi, in caso di interventi bilaterali.

D’altra parte, il controllo del dolore postoperatorio nella chirurgia mammaria, basato unicamente sull’utilizzo di farmaci analgesici (tra cui oppiacei) per via sistemica, risulta spesso insoddisfacente.
Per essere efficaci come un blocco periferico, i farmaci analgesici, come ad esempio la morfina somministrata per via endovenosa, devono essere utilizzati ad un dosaggio che spesso comporta l’insorgenza di effetti collaterali, quali nausea, vomito, sedazione, prurito e ritenzione urinaria, in grado di influire sulla degenza.
Questo blocco può essere praticato sia prima che dopo l’anestesia generale. Nel caso in cui venga eseguito prima dell’anestesia generale o nel caso in cui l’intervento stesso venga eseguito senza anestesia generale viene prima somministrata una sedo-analgesia con lo scopo di raggiungere uno stato di rilassamento e di rendere la procedura confortevole e tollerabile, tanto che molte pazienti dopo l’intervento non ne hanno addirittura ricordo.

E’ una tecnica pericolosa?

Qualunque tecnica anestesiologica ha in sé dei rischi, compresa l’anestesia generale; tuttavia questi rischi al giorno d’oggi sono minimi. Nella fattispecie il blocco della parete toracica presenta rischi molto ridotti, soprattutto se paragonati a quelli di tecniche anestesiologiche ben più diffuse e utilizzate come l’anestesia epidurale. Inoltre nel nostro ospedale tali rischi sono ulteriormente ridotti dall’utilizzo della guida ecografica: con l’ecografia è possibile infatti guidare l’ago nel punto esatto senza danni ai tessuti adiacenti e confermare la corretta diffusione dell’anestetico locale al livello desiderato.
In ogni caso, durante la visita anestesiologica alla paziente viene illustrata la possibilità di ricevere questo tipo di anestesia e, in caso di accettazione, il consenso anestesiologico comprenderà anche il consenso per la tecnica: la visita è quindi il momento per ottenere tutte le informazioni dal medico e per decidere in modo consapevole la condivisione del percorso previsto.




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